Madonna col Bambino — Ancona

La Madonna col Bambino è firmata dall’artista sul fronte della balaustra di marmo: “OPVS CAROLI CRIVELLI VENETI”. Le sue minute dimensioni fanno ipotizzare che l’opera sia stata commissionata per la devozione privata, tanto da far pensare a un collegamento con la famiglia Ferretti, e si è ipotizzato che il committente fosse fra Bernardino Ferretti, legato a Crivelli in più occasioni.

Carlo Crivelli realizzò diverse opere per i Ferretti: la Visione del beato Gabriele Ferretti per la chiesa di San Francesco ad Alto di Ancona (oggi alla National Gallery di Londra); la tavola della Walters Art Gallery di Baltimora, con la Madonna col Bambino tra i santi Francesco e Bernardino da Siena e il piccolo donatore inginocchiato recante sotto l’iscrizione “F B D A”; il San Francesco che raccoglie il sangue di Cristo del Museo Poldi Pezzoli di Milano; e infine un’altra Madonna col Bambino conservata al Metropolitan Museum of Art di New York.

La tavoletta di Ancona conserva ancora la sua cornice originale e presenta al centro una graziosa Madonna che tiene in braccio il Bambino. La Vergine indossa un mantello dorato decorato con motivi a cardo rossi e bordato da perle bianche, sotto cui si intravede un velo trasparente che lascia scorgere i capelli castani. Questa stoffa ricorre più volte nelle opere di Crivelli, segno che fosse di moda all’epoca e forse disponibile come modello diretto.

Nel dipinto, l’oro è applicato con la tecnica a guazzo, in cui sopra la preparazione di gesso e colla viene steso un bolo per far aderire la lamina dorata. Crivelli studia con grande attenzione la luce: il mantello appare luminoso nelle zone illuminate, mentre nelle ombre l’artista interviene con pigmenti a olio. La Madonna porta sul capo una corona di perle impreziosita da una pietra rossa centrale, un dettaglio che testimonia la maestria del pittore nel rendere i riflessi di luce anche in un’opera di piccole dimensioni.

Il Bambino guarda la Madre mentre con la mano sinistra tiene un filo a cui è legato un cardellino, simbolo della futura Passione, e con l’altra sostiene una piccola conchiglia con mollusco, allegoria dell’Incarnazione. Il tema del cardellino legato a uno spago è stato recentemente interpretato come riferimento al Qohèlet e a un versetto dei Salmi, in quanto rappresenta il vincolo di Gesù con il proprio destino.

Gesù indossa una tunica azzurra candida con lunghe maniche trasparenti, mentre lo scollo rettangolare è arricchito da oro e pietre. Entrambe le figure hanno un’aureola a piattello ornata da perle e rubini, con le zone in ombra rese da un tratteggio fitto con pigmento scuro, probabilmente nero fumo.

Davanti alle figure, sulla balaustra, si nota un lembo del mantello della Madonna e un libro aperto, dettaglio già presente nella Visione del beato Gabriele Ferretti per San Francesco ad Alto di Ancona. Alle loro spalle scende un drappo d’onore, probabilmente in lacca rossa, appeso con nastri rossi terminanti in puntali dorati. Ai lati compaiono due festoni vegetali: mele (allusione al peccato originale) e un cetriolo (simbolo della Resurrezione). Lo sfondo si apre in un paesaggio minuzioso con arbusti esili che si slanciano verso l’alto.

Il retro della tavola, pubblicato da Andrea Di Lorenzo (2008) — già commentato da Cavalcaselle e Morelli (1896), Jaynie Anderson (2000) e Giuseppe Marchini (1960) — presenta una decorazione a finto porfido rosso. Al centro vi è un cartiglio fissato con quattro sigilli in ceralacca, che recita: “IL PRESENTE QUADRETTO OPERA FIRMATA / DI CARLO CRIVELLI E’ STATO CONSE- / GNATO DAL PODESTA’ DI ANCONA AL / SOPRINTENDENTE ALLE ANTICHITA’ IL GIORGIO 20 LUGLIO 1929 VII IN / ANCONA”, seguito dalle firme del Podestà Riccardo Motodere e del Soprintendente Giuseppe Morelli.

La tavola è ricordata nella sacrestia della chiesa di San Francesco ad Alto di Ancona da Marcello Oretti (1777), Otto Mundler (1858) e da Cavalcaselle e Morelli (1861). Dopo la soppressione della chiesa, la piccola Madonna col Bambino giunse alla sua attuale sede: la Pinacoteca Civica di Ancona.

Prima della Madonna di Ancona, Crivelli aveva già realizzato un’opera simile, oggi al Metropolitan Museum of Art di New York (collezione Bache). Si tratta di una tavola di dimensioni maggiori, con la medesima firma “OPUS KAROLI CRIVELLI VENETI”, in questo caso scritta su un cartiglio stropicciato applicato sul tessuto in primo piano con punti di cera rossi.

Carlo Crivelli

Madonna col Bambino

Inscrizioni: OPVS CAROLI CRIVELLI VENETI

Tempera su tavola, 21 x 15 cm

Pinacoteca Civica Francesco Podesti

Via Ciriaco Pizzecoli, 17, Ancona

Madonna col Bambino — Ancona

La Madonna col Bambino è firmata dall’artista sul fronte della balaustra di marmo: “OPVS CAROLI CRIVELLI VENETI”. Le sue minute dimensioni fanno ipotizzare che l’opera sia stata commissionata per la devozione privata, tanto da far pensare a un collegamento con la famiglia Ferretti, e si è ipotizzato che il committente fosse fra Bernardino Ferretti, legato a Crivelli in più occasioni.

Carlo Crivelli realizzò diverse opere per i Ferretti: la Visione del beato Gabriele Ferretti per la chiesa di San Francesco ad Alto di Ancona (oggi alla National Gallery di Londra); la tavola della Walters Art Gallery di Baltimora, con la Madonna col Bambino tra i santi Francesco e Bernardino da Siena e il piccolo donatore inginocchiato recante sotto l’iscrizione “F B D A”; il San Francesco che raccoglie il sangue di Cristo del Museo Poldi Pezzoli di Milano; e infine un’altra Madonna col Bambino conservata al Metropolitan Museum of Art di New York.

La tavoletta di Ancona conserva ancora la sua cornice originale e presenta al centro una graziosa Madonna che tiene in braccio il Bambino. La Vergine indossa un mantello dorato decorato con motivi a cardo rossi e bordato da perle bianche, sotto cui si intravede un velo trasparente che lascia scorgere i capelli castani. Questa stoffa ricorre più volte nelle opere di Crivelli, segno che fosse di moda all’epoca e forse disponibile come modello diretto.

Nel dipinto, l’oro è applicato con la tecnica a guazzo, in cui sopra la preparazione di gesso e colla viene steso un bolo per far aderire la lamina dorata. Crivelli studia con grande attenzione la luce: il mantello appare luminoso nelle zone illuminate, mentre nelle ombre l’artista interviene con pigmenti a olio. La Madonna porta sul capo una corona di perle impreziosita da una pietra rossa centrale, un dettaglio che testimonia la maestria del pittore nel rendere i riflessi di luce anche in un’opera di piccole dimensioni.

Il Bambino guarda la Madre mentre con la mano sinistra tiene un filo a cui è legato un cardellino, simbolo della futura Passione, e con l’altra sostiene una piccola conchiglia con mollusco, allegoria dell’Incarnazione. Il tema del cardellino legato a uno spago è stato recentemente interpretato come riferimento al Qohèlet e a un versetto dei Salmi, in quanto rappresenta il vincolo di Gesù con il proprio destino.

Gesù indossa una tunica azzurra candida con lunghe maniche trasparenti, mentre lo scollo rettangolare è arricchito da oro e pietre. Entrambe le figure hanno un’aureola a piattello ornata da perle e rubini, con le zone in ombra rese da un tratteggio fitto con pigmento scuro, probabilmente nero fumo.

Davanti alle figure, sulla balaustra, si nota un lembo del mantello della Madonna e un libro aperto, dettaglio già presente nella Visione del beato Gabriele Ferretti per San Francesco ad Alto di Ancona. Alle loro spalle scende un drappo d’onore, probabilmente in lacca rossa, appeso con nastri rossi terminanti in puntali dorati. Ai lati compaiono due festoni vegetali: mele (allusione al peccato originale) e un cetriolo (simbolo della Resurrezione). Lo sfondo si apre in un paesaggio minuzioso con arbusti esili che si slanciano verso l’alto.

Il retro della tavola, pubblicato da Andrea Di Lorenzo (2008) — già commentato da Cavalcaselle e Morelli (1896), Jaynie Anderson (2000) e Giuseppe Marchini (1960) — presenta una decorazione a finto porfido rosso. Al centro vi è un cartiglio fissato con quattro sigilli in ceralacca, che recita: “IL PRESENTE QUADRETTO OPERA FIRMATA / DI CARLO CRIVELLI E’ STATO CONSE- / GNATO DAL PODESTA’ DI ANCONA AL / SOPRINTENDENTE ALLE ANTICHITA’ IL GIORGIO 20 LUGLIO 1929 VII IN / ANCONA”, seguito dalle firme del Podestà Riccardo Motodere e del Soprintendente Giuseppe Morelli.

La tavola è ricordata nella sacrestia della chiesa di San Francesco ad Alto di Ancona da Marcello Oretti (1777), Otto Mundler (1858) e da Cavalcaselle e Morelli (1861). Dopo la soppressione della chiesa, la piccola Madonna col Bambino giunse alla sua attuale sede: la Pinacoteca Civica di Ancona.

Prima della Madonna di Ancona, Crivelli aveva già realizzato un’opera simile, oggi al Metropolitan Museum of Art di New York (collezione Bache). Si tratta di una tavola di dimensioni maggiori, con la medesima firma “OPUS KAROLI CRIVELLI VENETI”, in questo caso scritta su un cartiglio stropicciato applicato sul tessuto in primo piano con punti di cera rossi.