L’opera proviene dalla chiesa di San Vito a Valle Castellana, in provincia di Teramo. Lacunoso e in parte illeggibile per il cattivo stato di conservazione, il Primo Trittico è composto da una Madonna in trono col Bambino al centro, accompagnata da San Pietro
Martire e il beato Giacomo della Marca coi committenti.
Ai lati san Pietro apostolo e san Sebastiano, mentre nella cuspide triangolare
è il Padre Eterno.
Il Secondo Trittico è composto da una Madonna in trono col Bambino al centro, accompagnata da una piccola santa Lucia e dai piccolissimi committenti. Ai lati sant’Antonio Abate e san Sebastiano, vestito da gentiluomo e impugnante una freccia.
Come nella Madonna di Corridonia e in altre opere di quegli anni, l’artista accantonò momentaneamente il fondo oro, stendendo un colore rosso uniforme in cui compaiono, qua e là, dei serafini e stese dei drappi alle spalle dei santi, questi sì dorati e decorati da ricami e damascature. Variata è l’espressione dei santi e anche la Vergine distendendo un braccio sembra offrire in maniera originale il figlio alla contemplazione dei fedeli. Permangono invece stilemi più arcaici, nel pannello centrale, come le proporzioni gerarchiche.